Festival! Il Cinema Si Mostra

Fotografie Vintage di Giancolombo

tra Cannes e Venezia '50 e '60

 

Galleria Spazio e Immagini

via Solferino 6/A Bologna

 

21 aprile - 14 luglio 2018

 

                

 

 

GIANCOLOMBO: UNA QUESTIONE DI STILE

 

Nel dopoguerra italiano, cinematograficamente caratterizzato

dal Neorealismo, con Rossellini, De Sica, De Santis, che celebra

un paese ancora legato a una matrice arcaica e popolare,

Giancolombo,fotoreporter fin dalla seconda metà degli anni ’40

e fondatoredell’Agenzia Giancolombo News Photos, è testimone

ed artefice di una modalità di rappresentare propria della fotografia

italiana degli anni ’50 e ’60.

Si tratta di una fotografia indissolubilmente legata alla figura del

fotoreporter, nata per rispondere alle rinnovate esigenze di un

mercato editoriale vorace di informazione e ancor più di sogni, che

tinge la durezza della vita agra con le tinte morbide della cronaca

rosa. Il fotogiornalismo offre ghiotte fotonotizie d’attualità, news

photos per l’appunto, da stampare in rotocalco come fototesti,

pronte al consumo di massa di un paese proiettato verso la

ricostruzione e quel boom fatto di desideri e di consumi ritrovati,

che rendono l’Italia il sogno ad occhi aperti d’oltreoceano e non solo.

Siamo ben lontani dal turismo di massa e dai voli low cost che hanno

reso il mondo banale; qui i luoghi esclusivi del jet set internazionale

sono Cannes o la Costiera Amalfitana, tra una vacanza romana e

una passerella a Venezia.

I Festival internazionali del cinema di Cannes e di Venezia, dove

si incontrano Toshiro Mifune e Federico Fellini, sono la meta dei divi e delle divissime, con le anteprime di quei Film che hanno fatto la storia del cinema italiano come La Dolce Vita e Mamma Roma,

tra echi di Nouvelle Vague e atmosfere di Neorealismo nostrano.

Gli attori e le attrici sono Liz Taylor, Paul Newman e Bette Davis

o una giovanissima Brigitte Bardot non ancora bionda.

Siedono con Cocteau, negli stessi luoghi dove si incontrano

De Gaulle e Churchill e dove un’attrice come Grace Kelly

può diventare principessa non sul set ma nella vita. Ci sono la

Croisette e il Lido con le bellezze al bagno e i dettagli degli abiti

cuciti sui corpi di Sophia Loren e di Gina Lollobrigida, più efficaci di

qualsiasi campagna pubblicitaria e c’è una spensierata ingenuità e

giovinezza che comunica un’irrefrenabile joie de vivre.

Giancolombo fotoreporter, attraverso la fotografia, fissa in un tempo e in un luogo circoscritti quell’immagine immediata del gusto e dello

stile italiano conosciuto in tutto il mondo e di cui oggi tutti parlano

rendendolo iconico, riconoscibile sfogliando una rivista o guardando

una fotografia.

 

Matteo Giacomelli

 

 

Giancolombo mostra la sua Rolleiflex a Errol Flynn.

Mostra del Cinema di Venezia, 1953

 

 

IL FOTOGRAFO D’ASSALTO CON IL SAVOIR-FAIRE DELL’UOMO DI MONDO


Niente di quello che è stato il mondo dei Festival del Cinema negli anni cinquanta e sessanta può essere immaginato e rivissuto oggi così com’era allora. Un tripudio di personalità del grande schermo che, finalmente dal vivo, irrompevano nelle località trasformandole

a ritmo continuo in scintillanti set.
Se grandioso è stato il cinema di quegli anni, altrettanto lo era l’invasione degli attori, attrici, registi nostrani e internazionali.
Giancolombo era là, a Cannes e a Venezia (e a Berlino e a Taormina), coniugando la sua cultura cinefila con la sua professionalità, la sua prestanza di giovane fotografo d’assalto con il savoir-faire dell’uomo di mondo. Giancolombo era là perché la sua Agenzia era corrispondente delle maggiori testate dell’epoca, da Paris Match e Life all’Europeo, Tempo, Gente e Oggi. Scattava e spediva “fuori sacco” i rullini a Milano, all’Agenzia, dove un’organizzazione perfetta li riceveva,sviluppava e stampava; dopo qualche ora le immagini erano nelle redazioni a raccontare il magico mondo del cinema. Qualcuno mi disse, tempo fa, che quelle redazioni non mandavano in stampa il numero prima che fossero arrivate le consegne della Giancolombo News Photos, perché erano le fotografie migliori.
Perché Giancolombo, là, si muoveva con destrezza, trovando il momento giusto per scattare, con richieste garbate che non ricevevano mai rifiuti.

Come per l’immagine di Jean Gabin a Venezia, che era arrivato

con Bourvil per presentare “La Traversée de Paris” di Autant-Lara. La pellicola tratta di un borsanerista che durante la guerra contrabbanda generi alimentari per tutta Parigi. Giancolombo lo accostò e gli chiese di ripetere la scena principale con un pacco, trasformandola in una “Traversata di Venezia”. Gabin acconsentì

e ne uscì una delle sequenze più divertenti della storia della Mostra.
A Venezia dove era nato, e a Cannes dove parlava francese come un nativo, Giancolombo più di chiunque altro ha immortalato il Cinema nei suoi risvolti meno scontati, cogliendo sfaccettature differenti e più intime nelle immagini di chi pure era abituato a essere immortalato, esaltando le icone più popolari con un nuovo e raffnato linguaggio.


Susanna Giancolombo